Horti Borromaici

Horti Borromaici
Arnaldo Pomodoro, Triade, 1979.
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàPavia
IndirizzoVia Lungo Ticino Sforza, 46
Caratteristiche
TipoParco urbano, già parco agricolo
Inaugurazione2022
GestoreAlmo Collegio Borromeo
Aperturalibero
Ingressivia Lungo Ticino Sforza, 46
via cardinale Tosi
Mappa di localizzazione
Map
Sito web
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Gli Horti Borromaici sono un parco urbano situato nel centro storico della città di Pavia, dove l'habitat naturale s'incontra con l'arte contemporanea, i saperi e l'inclusione sociale[1].

Storia

Gli Horti Borromaici sono una vasta area verde che si estende per una superficie di circa 3,5 ettari nel cuore del centro storico di Pavia, tra il collegio Borromeo (che ne è proprietario, come suggerisce il nome) e il Ticino[2]. L'area attualmente occupata dagli Horti originariamente era occupata dalla darsena della flotta del ducato di Milano. La darsena era la sede del capitano della flotta (che aveva giurisdizione civile e militare su tutte le acque interne, laghi compresi, del ducato) ed era il luogo dove la navi venivano costruite, riparate e custodite. La darsena sorse nel 1378 e fu allargata e dotata di mura e fortificazioni tra il 1435 e il 1451 ed era provvista di tre cassine che occupavano una superficie di 5.840 metri quadrati. La darsena venne distrutta dalle artiglierie francesi durante l'assedio del 1524-1525[3]. Gli Horti nacquero nella seconda metà del XVI secolo, quando cominciarono a essere sfruttati per la coltivazione di vigneti e prodotti ortofrutticoli necessari al sostentamento degli alunni del collegio, fondato da San Carlo Borromeo nel 1561. L'area conservò una destinazione agricola fino alla seconda metà del XX secolo, non venendo intaccata dalla grande espansione urbanistica che interessò Pavia negli anni 1950 e 1960. Tra il 2021 ed il 2022 l’amministrazione dell’Almo Collegio Borromeo decise di riqualificare l’area, trasformando gli Horti in un grande spazio pubblico, aperto gratuitamente a tutti dal martedì alla domenica, in cui si intrecciano habitat naturali, arte contemporanea, riflessione culturale, impegno etico, equità e inclusione sociale, coordinati da un Centro Studi, finalizzato a instaurare dialoghi aperti interdisciplinari[1].

  • L’interno degli Horti.
    L’interno degli Horti.
  • Una delle aree umide degli Horti con alle spalle il casale del XVI secolo.
    Una delle aree umide degli Horti con alle spalle il casale del XVI secolo.
  • I resti della chiesa di San Marco in Monte Bertone.
    I resti della chiesa di San Marco in Monte Bertone.

Descrizione

Il parco comprende una vasta area naturalistica, caratterizzata da percorsi d’acqua, dove sono stati realizzati diversi habitat per valorizzare e salvaguardare la biodiversità. All’interno degli Horti è stato aperto un bar-ristorante e sono stati piantumati oltre 3.000 alberi e arbusti autoctoni delle foreste planiziali della Valle del Ticino (che dà vita ad un parco naturale di cui l'intero territorio comunale di Pavia fa parte), che favoriscono l’approdo e la conservazione dell’avifauna locale.

Gli Horti sono una anche vasta area espositiva en plein air di arte contemporanea. Tra le opere esposte si possono annoverare:

  • Arnaldo Pomodoro, Triade, 1979[4] (sculture che erano già state esposte a Pavia dal 1985 al 2002).
  • Nicola Carrino, Modulo Costruttivo L, 1969-2007[5].
  • Marco Lodola, Abbey Road.
  • Luigi Mainolfi, Sole gabbia, 1997[6].
  • Mauro Staccioli, Uguale-contrario, 2003[7].
  • Alberto Ghinzani, Teatro dell'assenza.
  • Salvatore Cuschera, Omaggio a E. Chillida[8].
  • Gianfranco Pardi, Box, 2001[9].
  • Ivan Tresoldi, Chi getta semi al vento.
  • David Tremlett, Wall Drawing OUT.
  • David Tremlett, Wall Drawing IN.

All'interno degli Horti sono anche visibili i resti della chiesa di San Marco in Monte Bertone, riportati alla luce degli scavi archeologici intrapresi tra 2020 e il 2021. La chiesa è menzionata per la prima volta nel 1118 e nel XIII secolo fu elevata al rango di parrocchia[10]. Nel 1537 si insediarono i padri Cappuccini, che all'inizio del Seicento si trasferirono nella vicina chiesa di Sant'Antonio da Padova e furono sostituiti dai Minimi di San Francesco da Paola, che a loro volta si spostarono nel 1715 nelle chiesa di San Francesco da Paola. La chiesa venne sconsacrata alla fine del Settecento e trasformata in magazzino e fu poi demolita nel 1822[11].

Note

  1. ^ a b Almo Collegio Borromeo Pavia | Horti, su collegioborromeo.it. URL consultato il 3 ottobre 2022.
  2. ^ Inaugurazione degli Horti dell’Almo Collegio Borromeo di Pavia, su Fondazione Arnaldo Pomodoro. URL consultato il 3 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2022).
  3. ^ Fabio Romanoni, La guerra d’acqua dolce. Navi e conflitti medievali nell’Italia settentrionale, Bologna, CLUEB, 2023, pp. 34-36, ISBN 978-88-31365-53-6.
  4. ^ Pomodoro Arnaldo, Triade, 1979, su Fondazione Arnaldo Pomodoro. URL consultato il 3 ottobre 2022.
  5. ^ Carrino Nicola, Modulo costruttivo L, 1969-2007, su Fondazione Arnaldo Pomodoro. URL consultato il 3 ottobre 2022.
  6. ^ Mainolfi Luigi, Sole gabbia, 1997, su Fondazione Arnaldo Pomodoro. URL consultato il 3 ottobre 2022.
  7. ^ Staccioli Mauro, Uguale-contrario, 2003, su Fondazione Arnaldo Pomodoro. URL consultato il 3 ottobre 2022.
  8. ^ Cuschera Salvatore, Omaggio a Eduardo Chillida, 2002-2003, su Fondazione Arnaldo Pomodoro. URL consultato il 3 ottobre 2022.
  9. ^ Pardi Gianfranco, Box, 2001, su Fondazione Arnaldo Pomodoro. URL consultato il 3 ottobre 2022.
  10. ^ parrocchia di San Marco in Monte Bertone sec. XIII - sec. XV, su lombardiabeniculturali.it.
  11. ^ NOTE - SAN MARCO, su www.paviaedintorni.it. URL consultato il 3 ottobre 2022.

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